Il mito e la storia
Secondo il mito, la prima regione italiana a ricevere l’albero sacro dalla Grecia fu la Sicilia grazie ad Aristeo, figlio di Apollo, che ne introdusse la coltivazione e insegnò alle popolazioni locali come ricavare l’olio dalle olive.
L’introduzione dell’olivo nella zona orientale della Sicilia è avvenuto intorno al II° millennio a.C., ad opera dei Fenici e dei Greci. In questo areale, la presenza del vulcano Etna, con le sue manifestazioni eruttive, ha alimentato il mito di questa coltura: il Ciclope Polifemo, personificazione dell’Etna con il suo occhio iniettato di fuoco, viene accecato da Ulisse con un tronco di olivo.
Testimonianza dell’importanza della produzione oleicola “etnea” si riscontra già nell’opera di Pietro Bembo che, nel suo “De Aetna”, cita la bontà ed il pregio della coltura dell’olivo coltivato intorno al vulcano.
Tocqueville nel 1827, durante il suo viaggio in Sicilia, a proposito della zona dell’Etna parla di prosperità ed abbondanza grazie alle coltivazioni locali di olivo rese particolarmente fertili grazie anche alle peculiari proprietà conferite dal terreno vulcanico.
Oggi sull’Etna la “cultura dell’olio”, parte integrante e preponderante della cultura delle sue genti, assurge a simbolo di qualità della vita e di rispetto di secolari tradizioni.